Corazza (Apiafco), 'psoriasi se non curata bene può essere devastante'

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Milano, 7 nov. (Adnkronos Salute) 14:19
"La psoriasi è una malattia cronica.

Quando ti colpisce non ti abbandona più.

È ereditaria per il 50%, recidiva, autoimmune, non contagiosa e si accompagna a numerose comorbidità.

Se non curata adeguatamente, la psoriasi può essere una malattia devastante".

Così Valeria Corazza, presidente Apiafco (Associazione psoriasici italiani amici della fondazione Corazza), a margine dell’evento milanese ‘Mettiamo la psoriasi fuori gioco', durante il quale Ucb, azienda promotrice della campagna ha fatto il punto sull'iniziativa di sensibilizzazione sulla malattia che interessa circa 2 milioni di italiani. "Oggi dobbiamo essere ottimisti - aggiunge Corazza - perché possiamo contare su un ventaglio di cure innovative molto promettenti  grazie alle quali il paziente può migliorare in breve tempo e mantenere sotto controllo la malattia per lunghi periodi.

L’aderenza terapeutica è un elemento fondamentale - sottolinea - ma con i nuovi farmaci è più facile ottenerla.

E’ importante però che tutti, o perlomeno coloro che soffrono di psoriasi in forma grave, possano avere accesso a questi farmaci, cosa che ancora oggi in Italia non sempre accade.

Questa è una delle battaglie che l'associazione porta avanti, sia a livello nazionale, che regionale.

Alle istituzioni chiediamo che vengano rispettati i nostri diritti di pazienti”. "C’è ancora chi pensa che la psoriasi - ricorda Corazza - sia una malattia che provoca solo inestetismi.

Invece non è così, è una malattia complessa e va affrontata come tale con una presa in carico multidisciplinare.

Il paziente - prosegue - deve essere curato dal punto di vista dermatologico, ma anche degli altri organi che eventualmente sono stati colpiti e soprattutto psicologico.

Se un paziente ha il 90% del suo corpo coperto da placche e soffre anche di sindrome metabolica o altre comorbidità non si parla di psoriasi ma di malattia psoriasica.

La cosa più importante - conclude - è sensibilizzare il paziente affinché possa spiegare a chi gli sta accanto di che malattia soffre.

Se la gente si abituasse a vedere per la strada molte più persone che mostrano con coraggio le parti del corpo coperte dai segni della psoriasi, la malattia non farebbe più così paura e ci si abituerebbe a conoscerla e a riconoscerla”.

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