Originari di Chicago questa semisconosciuta band, pur formatasi nel lontano 1978, debutta solo nell’ 86 con Amnesty, un album valido e che li pone all’attenzione del pubblico del vecchio continente. Con A Life of Crime, gli Zoetrope (da pronunciare “Etrop” o “Itrop”, in italiano) si ripetono con un lavoro, se vogliamo, più affinato del precedente pur conservando quella matrice irruente ed oltragiosa che li ha sempre caratterizzati.Il loro è un thrash-core sulla falsa riga dei Newyorkesi Nuclear Assault, fatto di accellerazioni al fulmicotone e tradizionali stacchi mosh, tutto eseguito con ottima perizia tecnica ed una direzione tendente al melodico di un certo power-thrash.
”Hardcore Street Metal”, così si autoetichettano questi quattro rozzi musicisti, ed in effetti le componenti hardcore sono riconoscibilissime e quell’attitudine stradaiola la ritroviamo in testi imperniati su tematiche prettamente sociali, dove il pezzo “N.A.S.A.” ne è chiara dimostrazione.
Brano di apertura affidato a “Detention”, subito furente e pronto a trascinare l’ascoltatore con il suo riff portante di facile presa. La seguente “Seeking Asylum” dirige la band su linee più moderate con un feeling orientato sul più classico heavy metal, “Unbridled energy” invece è la più spregiudicata hardcore song, mentre, trattasi solo di solido e tradizionale thrash metal, per le restanti canzoni, tra cui possiamo segnalare l’ottima “Prohibition”, con la voce del cantante/batterista Barry Stern che ricorda non poco quella del collega John Connely (Nuclear Assault).
Una particolarità : la copertina che può diventare double-face con “simpatici” volti “illustri”.Vinile un po difficile da trovare, ma che può offrire interessanti input per gli amanti del genere.
Roberto Pasqua